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Lorenzin: “Presto un nuovo sistema di Drg tutto italiano"


20 GIU - L'annuncio del ministro della Salute nella prefazione al volume ‘Guida alla classificazione degli interventi chirurgiciedizione 2013’ curato da Marino Nonis e Enrico Curati che sarà presentato a Roma il prossimo 9 luglio.
 
"Bene hanno fatto gli autori a occuparsi della parte dell’ICD-9-CM relativa alla codifica degli interventi chirurgici e delle “procedure diagnostico-terapeutiche” perché questa classificazione, aggiornata e adattata alle specifiche esigenze italiane - scrive Lorenzin - è stata scelta per l’implementazione degli IT-DRG, ovvero la nuova versione italiana dei DRG attualmente allo studio del Ministero e che andrà a sostituire quella americana attuale (CMS 24.0). Il passo successivo dovrà riguardare l’aggiornamento e completamento del sistema informativo delle prestazioni al di fuori dell’ospedale e l’interconnessione di tutti i flussi formativi, ospedalieri ed extraospedalieri".
 

 
 
Ma ecco il testo integrale della presentazione del ministro della Salute:
 
Scriveva alla fine del 2008 l’allora Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Sen. Maurizio Sacconi, nella presentazione del volume “Guida ai DRG, edizione 2009” che: “La pubblicazione contestuale della nuova edizione italiana dell’ICD-9-CM (sempre per i tipi dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e a cura del Dipartimento della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, con il fattivo ed essenziale contributo degli esperti delle Regioni), nonché il Decreto Ministeriale del 18 dicembre 2008, che ha formalizzato questo aggiornamento, sanciscono un ulteriore importante passo sulla via della qualità e trasparenza della Sanità Pubblica italiana e del nostro SSN, che può anche utilmente celebrare i primi trent’anni di vita. Con i dati del 2007, il flusso e l’archivio nazionale relativo alle SDO (Scheda di Dimissione Ospedaliera) hanno consentito la tracciabilità di oltre 150 milioni di ricoveri: si tratta di un imponente patrimonio di conoscenza sul ricorso ai servizi ospedalieri, senza precedenti nella storia del nostro sistema sanitario. Una messe di informazioni disponibile per i diversi attori della programmazione e politica sanitaria che, essendo organizzata anche per DRG, richiede, evidentemente, lo sviluppo di specifiche competenze tecniche per poter essere correttamente interpretata e rendere più agevoli (e nel caso, auspicabilmente, confortare) le scelte che dovranno essere attuate dai diversi decision makers della sanità e del welfare system, a livello di azienda, di regione ed intero sistema paese”.
 
È una fortunata coincidenza quella che mi permette, quasi cinque anni dopo, in analoga circostanza e in perfetta continuità con le parole di allora, di esprimere a mia volta alcune considerazioni, appena all’inizio del mio mandato di Ministro della salute.
 
Il presente manuale è una “Guida agli interventi chirurgici (3° vol. ICD-9-CM)” e, ancor più del precedente volume sui DRG, costituisce un approfondimento e supporto specifico per gli operatori che compilano la SDO, cuore del sistema informativo dei ricoveri ospedalieri. Quel flusso, nel frattempo continua ad accumulare milioni di schede (se ne dà conto anche nel capitolo 4, a proposito dell’ultimo Rapporto SDO 2011, da sempre curato dal Ministero). È la SDO (e non i DRG, che sono un sistema di classificazione dei ricoveri basato sulle informazioni presenti nella SDO) la principale fonte e archivio di dati sull’attività ospedaliera, patrimonio comune di conoscenza, ancora non sfruttato a pieno.
 
Bene hanno fatto gli autori a occuparsi della parte dell’ICD-9-CM relativa alla codifica degli interventi chirurgici e delle “procedure diagnostico-terapeutiche” perché questa classificazione, aggiornata e adattata alle specifiche esigenze italiane, è stata scelta per l’implementazione degli IT-DRG, ovvero la nuova versione italiana dei DRG attualmente allo studio del Ministero e che andrà a sostituire quella americana attuale (CMS 24.0). Il passo successivo dovrà riguardare l’aggiornamento e completamento del sistema informativo delle prestazioni al di fuori dell’ospedale
e l’interconnessione di tutti i flussi formativi, ospedalieri ed extraospedalieri.
 
L’applicazione di sistemi di classificazione aggiornati, standardizzati e condivisi anche a livello europeo, per descrivere atti medici e prestazioni sanitarie, potrà certamente permettere ulteriori e proficui sviluppi nell’analisi dell’attività e dei costi, consentendo maggiore trasparenza, condivisione degli strumenti informativi, delle basi di dati e delle modalità di remunerazione; anche
in questo caso l’esame, seppure solo accennato, di altre esperienze come quella statunitense per la valorizzazione o pesatura di singole procedure (vedi capitolo 1, a proposito di CPT® e RBRVS) è stimolante e ci impegna sul buon uso e corretta diffusione di tutte le informazioni disponibili. Credo sia chiara a tutti la “straordinarietà” della procedura prevista dalla legge 7 agosto 2012 n. 135, che ha portato al decreto interministeriale 18 ottobre 2012 per la determinazione delle tariffe (“Remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti, assistenza ospedaliera di riabilitazione e di lungodegenza post-acuzie e di assistenza specialistica ambulatoriale”, pubblicato nella G.U. n. 23 del 28 gennaio 2013).
 
È piena oggi la consapevolezza che il processo di determinazione delle tariffe necessiti di un importante intervento di riorganizzazione strutturale e di una maggiore attenzione e costanza alla sua manutenzione. Abbiamo il tempo, le conoscenze, i mezzi e, soprattutto, il dovere di stabilire un preciso calendario per le modalità di aggiornamento dei sistemi di classificazione, della rilevazione dei dati (inclusi i costi), dei soggetti interessati e delle modalità di remunerazione, sì da pervenire a un sistema di
rimborsi equo, sostenibile e omogeneo per tutti gli erogatori e l’intero territorio nazionale. Bisogna poi considerare che non siamo soli, oggi più che mai: i numerosi richiami alle esperienze internazionali ed europee ovvero dell’OCSE, presenti in questo volume (vedi capitolo 4), oltre all’imminente attuazione della Direttiva 2011/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio recante “L’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera” ci impongono di elaborare e attuare regole ragionevoli, solide e comuni, contemperando diritti e doveri dei diversi livelli decisionali, in cui si articolano le politiche sanitarie del nostro paese.
 
Concludo esprimendo la mia ferma convinzione che la disponibilità di strumenti informativi tecnologicamente avanzati e in grado di fornire immagini corrette della realtà sanitaria e assistenziale in continua trasformazione, compresa la variabilità regionale peculiare del nostro Servizio sanitario, sia di fondamentale e strategica importanza per il Ministero della salute. Ciò è particolarmente vero, se la suddetta disponibilità è seguita da opportune interconnessioni dei flussi informativi, elaborazioni metodologicamente rigorose dei dati, letture e interpretazioni ragionate dei risultati, il tutto condotto a supporto dei processi decisionali e delle attività di monitoraggio dell’assistenza sanitaria, rivolti a garantire e mantenere l’universalità, la qualità e l’equità del Servizio sanitario nazionale.

20 giugno 2013
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